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SCONTRI ITALIA SERBIA/ Parlano i sindacati di polizia

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SCONTRI ITALIA-SERBIA, LE PAROLE DEI SINDACATI DI POLIZIA / Genova – Il clima da guerriglia urbana che si è vissuto fuori dallo stadio Ferraris di Genova nel dopo partita tra Italia e Serbia non ha mancato di suscitare immediate reazioni da parte dei rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine.

COISP – Matteo Bianchi, Segretario Generale Provinciale del Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (Coisp), è duro e non concede sconti. Chiede le immediate dimissioni di chi ha autorizzato la trasferta dei tifosi serbi e non dimentica anche la realtà italiana, chiedendo al Ministro dell’Interno di verificare l’efficacia della tessera del tifoso per le partite si Serie A: “Ribadiamo per l’ennesima volta che non è più tollerabile la situazione insanabile e perversa in cui sfocia il mondo delle tifoserie calcistiche e non è più accettabile che, quello che dovrebbe essere uno spettacolo di puro e sano spirito sportivo a cui tutti potrebbero partecipare, si trasformi inevitabilmente in uno scenario simile a quello dei territori colpiti da conflitti bellici, come lo è stato negli anni passati in Serbia! E come al solito esprimiamo la massima soddisfazione per la professionalità ed altissima competenza dimostrata nuovamente dagli operatori della sicurezza, che hanno dimostrato grande organizzazione non usando alcun tipo di violenza per risanare l’ordine e la sicurezza pubblica”. Dichiarazioni rilasciate poco dopo la mezzanotte, in contemporanea alle violente cariche della polizia nei confronti degli ultrà serbi.

SILP-CGIL – Roberto Traverso, Segretario generale Provinciale del Sindacato Italiano Lavoratori Polizia (Silp-Cgil), punta il dito sulla inadeguatezza delle infrastrutture sportive italiane e nella fattispecie di quella di Genova: “Il problema dello stadio di Genova resta l’area esterna all’impianto sportivo. Non si è potuto impedire l’ingresso dei tifosi violenti all’interno della ‘gabbia ospiti’ perchè non esiste un area sterile intorno allo stadio”. Insomma, non si possono effettuare i filtraggi adeguati: “ecco perchè sono entrati dentro allo stadio delinquenti con fumogeni e tronchesini. Se lo stadio di Genova rispettasse le condizioni minime di sicurezza non avremmo assistito all’umiliazione delle forze dell’ordine proprio nel giorno dei funerali dei soldati morti in Afghanistan”.