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Nazionale, il bilancio dopo un anno dal Sudafrica

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PUNTO NAZIONALE ITALIA / ROMA – Un anno e due giorni. Tanto è passato dalla disfatta sudafricana della spedizione azzurra. Il tempo sembra volare, ma al tempo stesso sono successe diverse cose da allora. In questo viaggio, vogliamo analizzare lo stato degli azzurri oggi: dall’under 21, ai reduci della spedizione sudafricana, passando per i prospetti azzurri di maggior rilievo di quest’anno.

Ciro Ferrara e  la nuova Italia
Dopo la deludente esperienza Casiraghi,  e il disastro mondiale, l’Italia ha deciso di intraprendere un percorso di valorizzazione del settore giovanile, seppur tra molte resistenze. Arrivato Ciro Ferrara, il tecnico napoletano ha iniziato il nuovo corso all’insegna della linea verde, cercando di valorizzare nuovi prospetti, andando a pescare con maggior intensità nelle serie minori e in primavera. Il problema resta la voracità dei club di serie A, sempre pronti ad accaparrarsi i migliori talenti per… spedirli in panchina o, peggio ancora, in tribuna. Importante quindi anche la battaglia per garantire maggior visibilità ai giovani: l’iniziativa provocatoria di Demetrio Albertini e Cesare Prandelli (“Una rappresentativa giovanile in serie B”)  appare di difficile realizzazione, tuttavia nei prossimi tre anni si auspicano grandi cambiamenti per dare nuova linfa al settore giovanile azzurra.

Gli ex del mondiale
Annata piuttosto deludente per i componenti della spedizione azzurra. Buffon, Pirlo, Zambrotta, Iaquinta, Quagliarella e Camoranesi hanno avuto una stagione funestata da problemi fisici; Pepe, Bonucci, Marchisio e Chiellini sono naufragati in una Juventus disastrosa (sufficienza risicata per loro), stesso discorso per i “genovesi” Palombo e Criscito.
Stagione in chiaroscuro per Gattuso (premiata però, come Pirlo, dallo scudetto), Gilardino e Montolivo (entrambi sul piede di partenza a Firenze), De Rossi (ancora in attesa di rinnovo)disastrosa per Marchetti, finito in castigo in quel di Cagliari. Praticamente scomparsi Cannavaro (Dubai) e Bocchetti (Russia), a ridere sono solo in quattro: i napoletani Maggio e De Sanctis, il capocannoniere  Di Natale, tutti e tre freschi di Champions, e Pazzini, che all’Inter si è confermato ad altissimi livelli. Stagione negativa anche per il grande escluso dalla kermesse mondiale: se a livello personale (fresco sposo e padre, con scudetto e maglia del Milan a contorno), è stata una stagione da dieci e lode, le cassanate non sono certo mancate, a riprova di un carattere sempre e comunque singolare.
Il futuro
La squadra di Prandelli è partita nel migliore dei modi: qualificazione per l’Europeo in tasca, si inizia a lavorare per il 2012. I volti (semi)nuovi di Abate, Astori, Nocerino, e Giovinco, i rientri di giocatori esperti come Cassani, Balzaretti, Aquilani e Giuseppe Rossi, parlano di giocatori di buon livello, ma non di star indiscusse. Si registra la crescita di Alessandro Matri, a 27 anni novello azzurro, e si spera in Andrea Ranocchia, unico vero giovane a sembrare in grado di avere una marcia in più. Nei prossimi mesi ci saranno conferme, ma anche volti nuovi: puntare su Angelo Ogbonna (Torino), Andrea Poli (Sampdoria) e Alessio Cerci (Fiorentina), è un azzardo, ma restano loro i migliori prospetti giovani a cui verrà garantito un posto da titolare la prossima stagione. E le star? Balotelli deve maturare, El Shaarawi deve crescere, Pasquato (Juventus) deve trovare qualcuno che gli dia fiducia, ma nessuno di loro sembra reggere il paragone con i mostri sacri del passato, da Baggio a Mancini, passando per Del Piero e Totti. A distanza di un anno dalla disfatta africana, il cielo sembra sempre meno azzurro.