Prende il via una nuova rubrica sul calcio italiano, dagli albori all’ultima stagione 2010. Seconda puntata, dal primo Campionato Federale alla categoria nazionale, dal milanista Kilpin al pittoresco portiere Durante, le prime polemiche sportive condite da divertenti aneddoti. ENJOY!
3’PUNTATA: Verso la prima guerra mondiale (1909-1915)
Nell’estate del 1909, la Federazione cambia nuovamente le regole del Campionato prendendo ispirazione dalla lega britannica, attuando un “Girone Unico” con partite di andata e ritorno per l’assegnazione del titolo, abolendo di fatto i gironi eliminatori regionali. Con questo nuovo metodo aumentarono notevolmente il numero degli incontri, con la necessità di iniziare il campionato già in autunno. Al via le stesse squadre della stagione precedente, con l’Ausonia al posto del Venezia. Il campionato risultò più avvincente e seguito rispetto agli anni passati, con un risvolto incredibile: la neonata Inter ed i campioni in carica della Pro Vercelli erano emerse alla pari nella classifica finale, rendendo quindi necessario uno spareggio da giocare a Vercelli, in virtù del miglior quoziente reti dei piemontesi. La difficoltà stava però nel trovare una data, la Federazione scelse il 24 aprile provocando una reazione rabbiosa da parte dei vercellesi, in quanto proprio in quel giorno buona parte dei titolari sarebbero stati impegnati altrove per un torneo militare, così domandarono di poter giocare ad inizio maggio. Ma l’Inter non ve volle sapere ed appoggiata dall’organo federale, si presentò il 24 a Vercelli per la finalissima vincendola per 11 reti a 3, infatti per protesta il Cavalier Bozino, presidente della Pro Vercelli, vietò a tutta la prima squadra di scendere in campo schierando una formazione di ragazzi tra gli 11 e 12 anni. L’Inter vinse così in questo modo il suo primo titolo nazionale e la Pro Vercelli venne squalificata in blocco per tuto il 1910. Comunque un grande successo per gli interisti, se si pensa che la società fu fondata soltanto poco più di un anno prima, capaci di interrompere il dominio vercellese. Tra i campioni figurano elementi di spicco come Peterlj, veloce e sempre pronto a cacciare la palla in rete, Campelli, mattto e bizzoso detto il sorridente kamikaze, Capra, un giocatore tenace e geniale, ma soprattutto due nomi di spicco: Virgilio Fossati ed Ermanno Aebi. Il primo era l’altissimo e carismatico capitano, dal fisico robusto e asciutto, non temeva contrasti e battaglie, in nazionale collezionò 12 gettoni prima di andare al fronte della prima guerra mondiale da cui non farà ritorno. Il secondo, di origini svizzere, dotato di un’immensa qualità tecnica, nominato “signorina” per via della sua rapidità e leggerezza in campo, giocò sempre e solo con i nerazzurri segnando 113 reti.
Ma in quell’anno non c’è soltanto da ricordare il primo titolo interista, accade un’avvenimento importantissimo per la storia del calcio nostrano: il debutto della nazionale italiana. Il 15 maggio 1910 a Milano viene giocata Italia-Francia, davanti a circa 4000 spettatori, gli italiani in maglia bianca non sono gran cosa (oltretutto la squalifica in blocco dei giocatori Vercellesi, ritenuti i più bravi, ha costretto la commissione tecnica a cambiare le proprie scelte) ma la Francia è ancor più scarsa di noi e vinciamo per 6 a 2 con tripletta del milanista Lana. La gioia dura pochissimo, affrontiamo appena undici giorni dopo la prima trasferta: viaggio in terza classe per Budapest e sonora sconfitta da parte dei maestri ungheresi per 6 a 1. In questa gara c’è comunque da ricordare il debutto del sedicenne Renzo De Vecchi, già nazionale nonostante la giovanissima età e soprannominato “Figlio di Dio”, un terzino cresciuto nel Milan e consacrato nel Genoa, che lo acquistò dai rossoneri per l’astronomica cifra di 24000 lire (cifra record per quei tempi), risulta il più giovane debuttante di sempre capace di raccogliere 43 presenze con la maglia dell’Italia.
La nazionale ungherese ci restituisce la visita il 6 gennaio del 1911 dove finalmene la nostra nazionale può schierare anche i giocatori della Pro Vercelli, perdiamo per 1-0 ma è già un ottimo risultato contro i forti maestri danubiani, inoltre quel giorno c’è da ricordare un esordio importante ovvero per la prima volta l’Italia scende in campo con la maglia azzurra.
Al via il campionato “Prima categoria” 1910/1911 che oltre alle squadre della passata stagione vanno aggiunge il Bologna e tre squadre venete (Venezia, Vicenza e Verona) però raggruppate in un gruppetto a parte definito “Girone emilano-veneto” con la prima classificata, qualificata di diritto alla finalissima scudetto contro la vincente del campionato “Prima categoria”, vinto con rabbia agonistica dalla Pro Vercelli che sovrasta quasi tutti gli avversari, perdendo soltanto un incontro sui 16 giocati. Non c’è storia in finale dove il qualificato Vicenza viene travolto dai leoni vercellesi che si aggiudicano il loro terzo scudetto. Stesso discorso nella stagione seguente 1911/1912 dove la Pro trova il quarto sigillo dopo un testa a testa avvincente contro il Milan, risoltosi soltanto all’ultima giornata. In finale poi i vercellesi castigano duramente il malcapitato Venezia, vincente del girone emilano-veneto, vincendo entrambi gli incontri della finale: 6-0 in trasferta e 7-0 al ritorno in Piemonte.
Nella stagione 1911/1912 c’è da ricordare il debutto di una nuova compagine, il Casale di Casale Monferrato. Nemici giurati di Vercelli, scelsero apposta il nero, con una stella bianca sul petto, come loro colore sociale in contrapposizione con la maglia bianca dei campioni d’Italia in carica. Fin dal primo titolo vinto dai cugini vercellesi, i casalesi avevano letteralmente perso il sonno in quanto tutti i giornali piemontesi parlavano esclusivamente delle imprese di questa meravigliosa squadra imbattibile. Radici antiche raccontano l’enorme rivalità storica tra le due province, condita da indimenticabili guerre, distruzioni e ripicche reciproche. Fondata la squadra, i casalesi presero parte per un paio d’anni a qualche serie inferiore per poi debuttare in quell’anno nella prima categoria, inoltre decisero di disputare addirittura un’amichevole di lusso invitando gli inglesi del Reading, al loro arrivo in Italia gli anglosassoni si dimostrarono sbruffoni e sicuri, avendo già strapazzato Milan e Genoa, sottovalutando il neonato Casale, ma saranno i piemontesi ad imporsi a sorpresa per 2-1 rispedendo a casa a testa bassa gli altezzosi britannici.
CONTINUA…. prossima settimana, l’utlima parte della terza puntata.
RICCARDO FORTE