JUVENTUS DELNERI PROVE TATTICHE / TORINO- Alla fine di questa (sfortunata) annata bianconera, tutto si potrà dire di Luigi Delneri tranne che sia solo un “integralista” del 4-4-2. E’ ora di sfatare questo falso mito. Ogni allenatore si porta dietro un’etichetta e Delneri la sua se l’è levata di dosso nella stagione più importante della sua carriera, quella alla Juventus.
Quando è arrivato a Torino nel luglio scorso tra i mugugni generali ed il malcontento dei tifosi il neo direttore generale Giuseppe Marotta si è messo al lavoro per mettergli a disposizione gli uomini adatti per il classico 4-4-2, il suo (come detto sopra) marchio di fabbrica. Qualcosa dev’essere andato storto, oppure lo stesso allenatore friulano deve aver detto la sua in sede di mercato perchè in realtà di esterni veri e proprio sono arrivati solo Simone Pepe e Milos Krasic. Il tanto criticato Jorge Martinez infatti non è mai stato un’ala come anche Davide Lanzafame, attaccante esterno e non esterno alto di centrocampo.
Nelle prime uscite stagionali (amichevoli e preliminari di Europa League) Delneri aveva provato la sua nuova Juventus secondo il 4-4-2 con due ali vere (Pepe e Martine prima Krasic poi) senza però trarne motivi di soddisfazione. Con il 4-4-2 Delneri ha comunque iniziato il campionato, ottenendo risultati alterni fino ad avere la quadratura del cerchio il 3 ottobre 2010, giorno di Inter-Juventus, sesta giornata di campionato. Il tecnico di Aquileia infatti schierò un 4-4-2 atipico con un solo esterno alto (Krasic) e tre centrocampisti centrali (Felipe Melo, Aquilani con Marchisio dirottato a sinistra) a supporto di due attaccanti mobili come Quagliarella e Del Piero. Il risultato fu un bel pareggio (0-0) in cui la squadra dimostrò un ottimo gioco con movimenti da vero e proprio 4-3-3 in fase offensiva (Krasic e Quagliarella attaccanti esterni con Del Piero punta centrale) capace di diventare un 4-5-1 in fase di non possesso palla grazie al sacrificio di tutta i componenti della squadra, punte incluse.
Da quella partita Delneri ha continuato a proporre questo 4-4-2 “spurio” (che in alcune partita veniva letto come 4-1-4-1 o come 4-3-3) ottenendo ottimi risultati (su tutti le vittorie con Milan e Lazio ad esempio) ed un gioco tra i migliori d’Italia grazie ad elementi chiave come Marchisio, Melo, Aquilani, Krasic e Quagliarella ma anche allo sfortunato Martinez. Poi sappiamo tutti cosa è successo: la catena di infortuni che ha colpito la squadra (in primis il fondamentale Quagliarella, che garantiva profondità e sacrificio) ha portato ad una involuzione del gioco ed ha certificato in qualche modo i limiti di un tecnico che non ha più saputo dare un’impronta alla squadra. E’ seguita quindi una vera crisi di risultati che ha portato la Juventus a crollare sia in Coppa Italia che, naturalmente, in campionato.
C’è voluto il mercato di Gennaio, quello di riparazione, per ridare linfa vitale alla Juventus. Gli arrivi di Matri, Toni e Barzagli hanno concesso a Delneri una nuova libertà di inventare. Ha cominciato di nuovo dall’attacco: Cagliari-Juventus, sabato 5 febbraio 2011. La Juventus si schiera con un 4-3-3 che vede Martinez e Krasic giocare alti a fianco della punta centrale Matri. Arriva una bella vittoria per 3-1 cui farà seguito l’1-0 nel derby d’Italia con l’Inter giocato con quattro difensori centrali in linea dietro e con 2 prime punte di ruolo davanti. Insomma, trasformismo puro a seconda dell’avversario.
Ma la partita che più rappresenta il trasformismo tattico di Delneri (alla faccia di quelli che lo danno per conoscitore di un solo modulo) è stata Roma-Juventus di domenica sera. Una bella vittoria che permette alla Juve di avvicinare la zona Europa League, ma soprattutto di poter studiare molte alternative di gioco. Delneri è infatti partito con un dichiarato 4-3-3 che prevedeva Marchisio, Melo ed Aquilani in mediana con Pepe e Krasic ai fianchi di Matri. Delneri però non ha voluto dare riferimenti e così a seconda dei movimenti dell’avversario il modulo diventava un 4-1-4-1 (con Melo dietro ad una linea a quattro in supporto a Matri) oppure un 4-4-1-1 con Krasic nell’inedita veste del trequartista. Il risultato è stato uno spumeggiante 2-0 che ha convinto molto, soprattutto sul piano del gioco. La Juventus insomma non può dipendere da un giocatore, da un modulo o da qualche movimento e Delneri sembra averlo capito. Forse è troppo tardi o forse non lo è, comunque sia alla fine dell’anno tutto si potrà dire del tecnico friulano tranne che sia totalmente dipendente dal 4-4-2. Questo falso mito è stato finalmente sfatato.