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SPECIALE! 2’puntata: c’era una volta il calcio italiano… come tutto ebbe inizio!

Prende il via una nuova rubrica sul calcio italiano, dagli albori all’ultima stagione 2010. Seconda puntata, dal primo Campionato Federale alla categoria nazionale, dal milanista Kilpin al pittoresco portiere Durante, le prime polemiche sportive condite da divertenti aneddoti. ENJOY!

2’PUNTATA:  la prima categoria nazionale (1903-1909)

C’eravamo lasciati con il Genoa campione d’Italia per la quinta volta in sei campionati, unico intervallo nel 1901 con la vittoria del Milan. Un corto albo d’oro recitava quindi così:

  • 1898 Genoa
  • 1899 Genoa
  • 1900 Genoa
  • 1901 Milan
  • 1902 Genoa
  • 1903 Genoa

Domenica 6 marzo 1904 parte il settimo campionato, la prima novità è la denominazione del torneo che da “Campionato Federale” diventa “Prima Categoria Nazionale”.  Se lo aggiudica ancora il Genoa portando a 6 i suoi titoli per la gioia di Spensley e per la rabbia di Bosio che nulla può contro lo strapotere genoano. Neppure gli juventini che ancora una volta approdano in finale dopo una lunga battaglia in semifinale contro il Milan, dove fu resa necessaria la ripetizione dell’incontro dopo il pareggio della prima sfida. La finale, sempre tenutasi a Genova, termina 1-0 per  il Genoa grazie ad un goal assurdo dello svizzero Bougnion direttamente dalla propria metacampo.  Spensley, continua ad essere capitano ed anima di questa squadra, con l’aiuto dei fratelli Pasteur, Ghigliotti ed Agar. In definitiva, dei primi sette tornei nazionali, sei toccano ai genoani. Sulla cresta dell’onda del mar Ligure volano le imprese gagliarde dei campioni del Genoa lasciando sulla spiagga orme incancellabili, una grande apoteosi, memorabile e mai più raggiunta.

La stagione 1905 inaugura una nuova formula dove i campioni in carica sono costretti a disputare anche le eliminatorie regionali come tutte le altre squadre, con gare di andata e ritorno. Inoltre non vi sarà una finale secca, bensì una sorta di triangolare tra le 3 squadre vincenti dei gironi regionali (Liguria, Piemonte e Lombardia). Nel girone ligure i campioni in carica dovettero impiegare 3 partite per avere ragione della Andrea Doria ed approdare nel triangolare finale. In Lombardia si qualifica a sorpresa l’US Milanese a spese del Milan con una partita ricca di goal (7-6 il risultato finale). Mentre in Piemonte per la rinuncia della FC Torinese passa il turno la Juventus. Saranno proprio i piemontesi ad avere la meglio nel girone finale dopo le due finali perse nelle ultime stagioni. Protagonista di questa vittoria il carismatico poritere Luigi Durante, di professione pittore, capace di dare spettacolo quando l’arbitro assumeva una decisione contraria alla Juventus, creava una vera e propria sceneggiata levandosi il berretto per sventolarlo verso il pubblico gridando:”Mi appello al popolo!”, un vero personaggio. La formazione campione recitava così:  Durante, Armano, Mazzia; Walty, Goccione, Diment; Barberis, Varetti, Squire, Forlano, Donna. Anche il cambio di stadio si rivelò importante, infatti i bianconeri lasciarono il prato di Piazza delle Armi per il più decoroso Velodromo Umberto I (tra l’altro luogo dove si disputò il primo campionato nel 1898). Se il Genoa giocava all’inglese, per via del costante via vai di britannici al porto oltre che per il suo capitano, il Milan praticava un gioco maschio definito alla svizzera. La Juventus? forte in difesa e veloce nelle ripartenze… il calcio all’italiana.

Arrivano i primi giornali sportivi ad occuparsi del campionato di calcio, su tutti la “Stampa sportiva” e con l’inizio della stagione 1906 arrivano anche i primi veri screzi, tafferugli, litigate ed accuse. Andiamo per ordine, a questo torneo prendono parte 5 squadre (A.Doria, Genoa, Juventus, Milan e US Milanese), mantenendo la stessa formula dell’anno passato ed al girone finale approdano Genoa, Juventus e Milan. Ne accadono di tutti i colori, nella partita Juventus-Genoa i tifosi liguri accusano l’arbitro di favorire i bianconeri e dopo un’invasione di campo si scatena una rissa dove anche giocatori e dirigenti prendono parte. Si rese necessaria la ripetizione in campo neutro, a Milano, dove la Juventus si impone per 2-0. Risultato che non va giù ai giocatori del Genoa che per vendetta si rifiutano di scendere in campo nell’ultima partita contro il Milan, regalando così la vittoria a tavolino ai milanisti che raggiungono la Juventus al primo posto a pari punti. Le 2 squadre si giocano quindi il titolo in uno spareggio in casa dei bianconeri perché vantano miglior differenza reti, ma la partita termina in parità e bisogna rigiocare nuovamente designando una nuova sede per la partita, impossibile scegliere Genova visti gli ultimi disordini, si opta per il campo dell’US Milanese a Milano. Scelta discutibile della Federazione, infatti la Juventus non è d’accordo sull’interpretazione del “campo neutro” in quanto viene scelto un terreno di gioco milanese che, a parer loro, favorisce i loro avversari. Reclamo non ascoltato dalla Federazione che conferma la sede di Via Comasina, i bianconeri si rifiutano di scendere in campo, così il Milan ottiene il suo secondo titolo.

Nel decimo campionato nazionale disputatosi nel 1907, oltre alle 5 squadre della passata edizione si aggiunge una nuova neonata squadra, il Torino. Colori granata e bianco, fondata da un gruppo di dissidenti bianconeri capeggiati dal presidente Dick deciso a vendicarsi contro il popolo juventino. Alfredo Dick, presidente della Juventus campione di 2 anni prima, venne messo fuori per via dei suoi metodi troppo autoritari verso un sodalizio creato per hobby e passione, mentre Dick pretendeva impegno e lavoro spesso in maniera poco ortodossa. Fu così che nel 1906 venne nominato al suo posto Carlo Favale e Dick se ne andò sbattendo la porta e giurando di farla pagare a tutti. Eccolo in fatti in veste di presidente granata a dare vita al primo vero derby torinese. Le due squadre sono subito di fronte infatti nel girone eliminatorio regionale, con il Torino ad avere la meglio in entrambi gli incontri. Curiosità divertente di quel primo derby fu un episodio capitato proprio ad Alfredo Dick: il Torino vince 2-1 ed a fine partita la gioia di tutti i torinisti è enorme, ma il presidente granata nonché anima ed artefice di questo sodalizio è sparito, tutti i giocatori lo cercano invano per dedicargli la vittoria, ma Dick non si trova da nessuna parte. Iniziano le ricerche quando all’improvvisano arrivano urla ed imprecazioni da un gabbiottino in legno situato a bordo campo che fungeva da toilette. Al grido:”Volete farmi uscire di qui?” tutti capiscono che si tratta proprio del signor Dick, che una volta finalmente uscito domanda furiosamente chi avesse vinto la partita in quanto era rimasto chiuso dentro per tutto il secondo tempo non riuscendo più ad uscire, ma nessuno poteva udire le sue urla per via del caos dei tifosi. Proprio lui il più accanito sostenitore granata costretto a vivere il primo derby chiuso in una toilette! Tornando al campionato, un’altra grande sorpresa arriva dalla Liguria dove l’Andrea Doria riesce nell’incredibile impresa di eliminare i rivali cittadini del Genoa, per la prima volta assenti nella fase finale. Per la Lombardia passa ancora una volta il Milan che si aggiudica anche il girone finale superando il Torino di un solo punto, fatale ai granata il pareggio contro l’Andrea Doria. Per il Milan si tratta del terzo titolo, al già citato campione Kilpin si aggiungono altri assi come Radice, Moda, Piazza, i fratelli Trerè e gli svizzeri Widmer, Madler ed Imhoff.

Sono anni di espansione per il calcio, in Toscana vanno formandosi nuovi sodalizi come il Firenze FC, il Pisa, ed il Lucca FC, in Veneto nasce il Venezia FC ed il Vicenza, ma soprattutto ancora dal Piemonte arriva una società destinata a diventare famosa: la Pro Vercelli, che alla sua prima partecipazione al campionato nazionale ne esce vincitrice. Corre la stagione 1908, una stagione particolare perché ai nastri di partenza si presentano soltanto 4 squadre (Juventus, Pro Vercelli, Andrea Doria e US Milanese), infatti società come Torino, Genoa e Milan si rifiutarono di partecipare per protesta contro la nuova decisione della federazione di permettere soltanto ai giocatori italiani di poter scendere in campo. Decisione che fu comunque ritirata già a partire dalla stagione successiva. La Pro Vercelli quindi vinse al primo colpo ed anche se si trattava di un campionato senza molte big dell’epoca, i bianchi piemontesi presentavano una rosa di primo ordine:  Innocenti, Celoria, Salvaneschi; Ara, Giuseppe Milano, Leone; Fresia, Bazzano, Rampini, Visconti, Bertinetti.

Nuove società nascono un po’ in tutta Italia, nel 1909 nasce il Bologna FC destinato a diventare nel tempo pluriscudettato, nel centro Italia sorge la Società Podistica Lazio (fondata già nel 1900 ma inizialmente aperta più ad altri sport), in Meridione si affacciano l’InterNaples (nata da una fusione tra Internazionale e Naples, costituita quasi totalmente da giocatori britannici) e la Sportiva Napoli (squadra tutta italiana, fondata in una pizzeria, da contrapporre ai rivali del Naples). Ma è a Milano che nasce quella che diventerà l’unica squadra ad aver partecipato a tutti i campionati di Serie A, l’Internazionale, fondata nel 1908 da un gruppo di dissidenti milanisti ispirati dal pittore Giorgio Muggiani ed iscritta al campionato del 1909. Ritorna ad essere concessa la possibilità di giocare per i giocatori stranieri ed ai nastri di partenza abbiamo ben 9 squadre, da registrare il debutto del Venezia che fu però disastroso capace di subire 18 goal nel doppio confronto contro l’US Milanese in semifinale, eh si! Qualificati di diritto in semifinale come unici rappresentanti del girone veneto, per la Lombardia appunto passarono l’US Milanese a spese degli inesperti interisti e del Milan, in Piemonte dominio vercellese contro Juve e Torino ed in Liguria il Genoa riuscì ad avere la meglio sull’Andrea Doria soltanto dopo uno spareggio. In Semifinale la Pro Vercelli superò il Genoa dopo 2 combattutissime partite ed andò poi a vincere la finale contro i lombardi bissando il successo dell’anno prima. I vercellesi presentarono più o meno la stessa formazione della stagione precedente aggiungendo però 2 giocatori di livello destinati a vestire presto la maglia della nazionale italiana: Carlo Corna attaccante e Felice Milano (fratello di Giuseppe suo compagno di squadra) che da li a pochi anni morirà durante la Prima Guerra Mondiale.

Già, la Nazionale… da mesi e mesi si parlava di creare una rappresentativa nazionale e finalmente a fine 1909 ecco che viene varata una speciale commissione tecnica (composta da Umberto Meazza, Recalcati, Crivelli, Camperio e Gama) per organizzare entro breve (precisamente entro il 15 maggio 1910, data di esordio dell’Italia in un’amichevole contro la Francia a Milano) una selezione ideale per rappresentare al meglio il nostro paese.  

prossima settimana, la terza puntata.

 

RICCARDO FORTE

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