MOURINHO GAZZETTA SECONDA PARTE / MADRID (Spagna) – Dopo le rivelazioni di ieri (“Tornerei in Inghilterra o Italia”), sulle pagine de ‘La Gazzetta dello Sport’ stamane è uscita la seconda parte dell’intervista fiume realizzata con Mourinho: in questa tranche il portoghese ripercorre aneddoti di vita italiana e spagnola con i trofei raggiunti e quelli che ancora vorrebbe ripetere…
IL PRIMO GIORNO ALL’INTER – “Non posso dimenticare il mio primo giorno a Brunico. La gente cantava “Vogliamo la Champions“, lo stesso dicevano gli striscioni: era l’obiettivo della generazione di Roberto (Mancini, ndr). È andato tutto bene, anche perché il presidente ha protetto la squadra”. Quello che non è successo a Madrid e fatto infuriare Mou. “Ho solo detto che sono stanco del fatto che mi venga consegnata una lista degli errori gravi degli arbitri e che venga chiesto che sia io ad attaccarli. Tutto il club deve difendere la squadra, non ci si può nascondere dietro all’allenatore”.
LA VITTORIA DELLA CHAMPIONS – “C’è voluto un anno e l’eliminazione con il Manchester United. Quella sera alcuni volevano farne un dramma, altri volevano sangue, altri ancora si sono nascosti. Io sono uscito dagli spogliatoi dopo un minuto per spiegare che il risultato era la conseguenza logica, che non potevamo vincere, e che dovevo dire a Moratti quello che mancava. E così un anno dopo…” .
IL REAL MADRID – “Il Madrid ha qualità, gioca bene, ha fatto 16 punti in Champions League. Ma anche il Porto, a suo modo, giocava benissimo. Il Chelsea era adattato perfettamente alla Premier. L’Inter aveva quelle doti di lotta e coraggio che tutti le riconoscono. Il Real ha un bel gioco offensivo con Cristiano Ronaldo, Ozil e Di Maria, una grande organizzazione a centrocampo con Xabi Alonso, le uscite offensive di Marcelo… Ma la sua vera forza è un’altra. Ricardo Carvalho, il più “vecchio”, ha 32 anni. Poi Pepe e Casillas, il portiere, 29. Alonso 27. Gli altri dai 25 anni in giù”.
5-0 CONTRO IL BARCELLONA – “Meglio perdere una volta 5-0 che cinque volte 1-0. Una partita strana, abbiamo preso due gol su due azioni, ma poi c’era un rigore con l’espulsione di Valdes: sarebbe stata un’altra storia”.
IL PALLONE D’ORO PER L’ALLENATORE – “Ho vinto tutto, non posso fare di più. Lo stesso per i giocatori. Se vince Iniesta che per infortunio non ha giocato i primi cinque mesi del 2010, ma poi ha fatto sei partite e un gol in Sudafrica, allora nell’anno del Mondiale tutto il resto non conta. Posso capire la lotta se c’è una distribuzione di trofei, ma se uno ha vinto tutto… Cosa posso dire? Preferisco vincere la partita di domenica che il Pallone d’oro”.
CAMPIONATO ITALIANO – “Milan favorito?Oggi come oggi, se non vince lo scudetto è perché lo regala. Visto come sta andando, è in posizione privilegiata. Spero che l’Inter invece torni felice, sorridente e possa andare all’inseguimento e mettere pressione al Milan. La Juve infine sta crescendo davvero, Aquilani va molto bene e Krasic è un top: straordinario. Può vincere lo scudetto, perché no”.
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