MILAN INTERVISTA FLAMINI / MILANO – Mathieu Flamini è il simbolo del nuovo Milan, fatto sì di qualità e piedi buoni, ma anche di tanta corsa e polmoni. Dal suo ingresso in pianta stabile nel centrocampo rossonero la squadra ha cambiato passo e il francese ex Arsenal sta trovando finalmente quella continuità che gli è mancata in questi anni. L’ex pupillo di Wenger ha rilasciato una lunga intervista al ‘Corriere dello Sport’:
Flamini, all’appello dei grandi e plurivittoriosi campioni rossoneri manca solo lei…
“E’ vero, non ho mai vinto un trofeo importante, sono stato anche piuttosto sfortunato perché per due volte sono andato molto vicino con le mie precedenti squadre, Marsiglia e Arsenal”.
Questo è l’anno buono?
“Sembrerebbe di sì, tutto sta andando per il meglio. Il Milan ha la mentalità giusta, per vincere sia la Champions che il campionato. Anch’io sono maturato molto a livello personale”.
Cosa è accaduto con Ancelotti e Leonardo?
“La mia prima stagione al Milan è stata di ambientamento, anche se con Ancelotti ho giocato tanto. Con Leonardo c’è stata qualche incomprensione, non abbiamo avuto un grande rapporto. Questo, sono sicuro, è l’anno giusto perché Allegri è l’allenatore giusto”.
Quali sono i meriti del nuovo tecnico?
“Dopo il doppio confronto con il Real Madrid, la squadra ha trovato l’equilibrio fra difesa e attacco, adesso siamo sicuri di fare gol e di non subirne. Allegri ci ha insegnato ad avere un grande spirito di squadra e con questo spirito facciamo la differenza”.
Allegri è il miglior allenatore della sua carriera?
“Sì, insieme a Wenger. Sono i due tecnici che hanno saputo gestire al meglio le mie caratteristiche. Entrambi vogliono giocare un calcio più offensivo e questo è il punto di contatto fra i due. Allegri ci ha imposto di restare sul posto quando perdiamo la palla, non dobbiamo indietreggiare. Dobbiamo conquistare il pallone e darlo più velocemente possibile a un attaccante. Siamo sempre in movimento”.
Oltre ad Allegri qual è il valore aggiunto di questo Milan?
“Ibra. Mi piace perché è un grande giocatore, fa sempre la differenza, è uno che ha grande carattere. Come quando ha battuto il rigore nel derby, ha una forte personalità. Dentro una squadra ti serve uno come Ibra. Ti aiuta a uscire dai periodi un po’ più difficili”.
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