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Crisi Juventus, l’analisi della ultime due campagne acquisti

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CRISI JUVENTUS / ROMA – La stagione 2010-11 è nata come quella della rivoluzione in casa Juventus. Nuovo presidente, nuovo direttore generale, nuovo allenatore e fiducia che nasceva dalla precedente fortunata esperienza di questi ultimi con la Sampdoria. Messe nel cassetto le brutte figure targate Ferrara e Zaccheroni l’ambiente juventino era convinto di non poter ripetere più una stagione come quella passata, giudicata da molti come la peggiore vissuta dalla società di corso Galileo Ferraris. Il mercato estivo cambia strategia lasciando perdere gli investimenti onerosi alla Diego e Felipe Melo e concentrandosi su una vera e propria rivoluzione con l’arrivo dei vari Bonucci, Pepe, Rinaudo, Krasic, Quagliarella, Aquilani e via dicendo. Un cambio di strategia che, a conti fatti, non ha portato certo quanto sperato. I risultati ottenuti finora stanno dando torto alle scelte di inizio stagione, con la squadra estromessa al primo turno di Europa League, ai quarti di Coppa Italia e settima in classifica di serie A. Una crisi dalla quale sembra difficile uscire e che accomuna in maniera preoccupante la creatura di Del Neri a quella di Ferrara. I risultati infatti sono frutto di prestazioni che lasciano intravedere una totale assenza di gioco e, forse ancor più preoccupante, una fragilità evidente dal punto di vista caratteriale. La gara vinta con l’Inter fu fatale al tecnico napoletano che vide sgretolarsi la stagione dopo quel successo, percorso che sta inesorabilmente seguendo anche questa squadra. Una crisi che, a quanto pare, è radicata nelle fondamenta della struttura viste le analogie vissute dalle due formazioni nonostante la rivoluzione a livello dirigente e di giocatori. Una stagione nata all’insegna della fiducia e che sta finendo in un mare ancora più profondo di quello navigato dalla coppia Ferrara-Zaccheroni.